Tesseramento 2011

 

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di Claudio Grassi

Soffiano venti guerra nel Mediterraneo. Ci avevano detto che con il crollo del Muro di Berlino si sarebbe finalmente realizzato un mondo di pace e di distensione internazionale. A ventidue anni da quell'evento registriamo, purtroppo, che sta avvenendo il contrario.  Serbia, Iraq, Afghanistan. Oggi la Libia. Naturalmente sono tutte guerre fatte “a fin di bene”, per esportare la democrazia, per cacciare odiosi tiranni. Non ci piacciano né le dittature, né i tiranni, ma non riteniamo che la strada giusta per liberarsene sia la guerra. Abbiamo visto infatti che al posto dei tiranni ne subentrano altri (magari più servizievoli nei confronti delle potenze occidentali) e che nonostante vengano chiamate “interventi umanitari”, i morti si contano nell'ordine di centinaia di migliaia.
Sono due le costanti di questi “interventi umanitari”. La prima sono le menzogne costruite per farli accettare dall'opinione pubblica. Valgano, per tutte, le armi di distruzioni di massa in possesso di Saddam Hussein, elemento decisivo per dare avvio ai bombardamenti. Come tutti ormai sanno, non solo quelle armi non sono mai state trovate, ma non c'erano e tutta l'operazione era stata costruita dal Dipartimento di Stato Usa. La seconda è l'ipocrisia: si dice che occorre fermare Gheddafi poiché usa metodi brutali – ed è vero – per piegare chi si ribella al suo regime. Ma come mai non si interviene in egual misura, per esempio, contro il governo di Israele che da 50 anni non rispetta le risoluzioni dell'Onu e ha segregato un intero popolo – quello palestinese – in una prigione a cielo aperto? Evidentemente le motivazioni delle guerre sono ben altre e vanno rintracciate, principalmente, in ragioni economiche e di controllo delle risorse energetiche. Noi siamo contro le guerre. Ma cosa c'entra – direte voi – questo ragionamento in un articolo che ha il compito di fare riflessioni sulla chiusura del tesseramento del 2010 di Rifondazione Comunista?

 


 

 

 

LETTERA DI PAOLO FERRERO


Cara compagna, caro compagno,

il nostro Partito arriva da un periodo molto travagliato: sconfitte elettorali, scissioni, e da un oscuramento dell’informazione che ci ha quasi fatto sparire dai mass media.
In quest’ultimo anno abbiamo lavorato a ricostruire il partito. Per la prima volta dopo tanti anni siamo riusciti a darci una gestione interna unitaria, in cui  tutte le le aree del partito collaborano, mentre parallelamente stiamo ricostruendo l’intervento politico esterno.
Lo abbiamo fatto in questi mesi ricostruendo il lavoro sociale del partito: a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori nelle lotte per la difesa del posto di lavoro, nel movimento dei precari, nelle battaglie ambientali e per l’acqua pubblica, con l’impegno nel terremoto e con la raccolta di firme per il referendum contro il lodo Alfano. Lo abbiamo fatto costruendo dal basso il partito sociale, nelle mille forme di aggregazione e di solidarietà vertenziale a cui abbiamo dato vita sui territori.

Lo facciamo oggi con l’impegno concreto nella costruzione della Federazione della Sinistra, un processo unitario che ha avuto inizio ufficialmente il 5 dicembre a Roma. Vogliamo mettere fine a troppi anni in cui i comunisti e la sinistra di alternativa si sono continuamente divisi, facendoci perdere ogni credibilità. Vogliamo ripartire unendo le forze, per ridare credibilità alla costruzione di un polo politico di alternativa, dove far vivere il progetto della rifondazione comunista. Una proposta unitaria che chiudendo la stagione delle continue divisioni, ridia una speranza alla nostra gente.
Per fare tutto questo abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno di rivitalizzare Rifondazione Comunista e di renderla più forte. Non si tratta di un fatto testimoniale. La crisi capitalistica ha riaperto i giochi e oggi concretamente ci troviamo di fronte al rischio di una svolta a destra, di cui il berlusconismo è l’espressione peggiore, fatta di ingiustizie e di guerra tra  poveri: una vera e propria crisi di civiltà in cui tutti guardano al futuro con paura, in cui i giovani sono immersi in una precarietà senza confini che toglie ogni speranza.  Noi lavoriamo per una uscita da sinistra dalla crisi, basata su maggior giustizia sociale, sull’allargamento della democrazia e su una riconversione sociale ed ambientale dell’economia.

Per costruire l’alternativa abbiamo bisogno di più lotte ma anche di un Partito della Rifondazione Comunista e di una Federazione della Sinistra più forte.
Per questo ti scrivo. Non è oggi il tempo di stare a guardare, è il tempo di dare una mano per ricostruire una sinistra degna di questo nome e una presenza dei comunisti forte e autorevole. Per questo ti propongo di

 

iscriverti o re-iscriverti a Rifondazione;

 

per ricostruire quel partito che ci ha fatto sperare e disperare ma di cui c’è, oggi più che mai, bisogno.

Un caro saluto,

Paolo Ferrero
Segretario nazionale PRC-Se


 

    


Prc, con la passione possiamo farcela
venerdì 06 agosto 2010
 
di Claudio Grassi

Come ci eravamo impegnati a fare con il convegno di Caserta, diamo continuità all’azione di informazione e di trasparenza sul tesseramento del nostro Partito. Alcuni mesi fa avevamo pubblicato (non avveniva da diversi anni) il dato definitivo degli iscritti e delle iscritte del 2009. Oggi rendiamo pubblici i dati al 30 giugno 2010. Lo avevamo già scritto, ma lo ribadiamo anche oggi: siamo l’unica forza politica che rende pubblici, attraverso la pubblicazione su un quotidiano, i dati del proprio tesseramento. In un momento in cui i partiti politici tendono a diventare sempre di più partiti personali, dove anche le parvenze di democrazia interna vengono abolite, noi vorremmo muoverci nella direzione opposta. E’ interessante notare come questo processo di svuotamento di qualsiasi forma di partecipazione riguardi non solo le “vecchie forze politiche” ma, ancor di più, quelle nate con la fine della Prima Repubblica. Noi, al contrario, pensiamo che – visto che i partiti politici sono considerati dalla nostra Costituzione come strumenti di partecipazione e di democrazia – occorrerebbe renderne il funzionamento il più trasparente possibile. Non sarebbe certo la soluzione alla crisi di rappresentatività di cui oggi soffrono tutti i partiti politici, ma senz’altro costituirebbe un buon passo in avanti.

 

A questo proposito, visto che i partiti dispongono anche di un finanziamento pubblico -  cosa giusta per impedire che solo i ricchi facciano politica – sarebbe necessario stabilire norme a cui tutti dovrebbero attenersi. Statuti, modalità di svolgimento dei congressi, rispetto delle minoranze, anagrafe degli iscritti, trasparenza e modalità nell’uso dei finanziamenti: tutto questo dovrebbe essere normato e reso trasparente.
Detto questo, che riflessione ricavare da questi primi dati del 2010? Siamo un po’ meno della metà: il 46%, pari a 21.747 iscritti  rispetto ai 47061 del 2009. Il dato è abbastanza omogeneo, ad eccezione delle Marche e della Campania dove si registra un dato inferiore. Lo considero un dato incoraggiante. Se teniamo conto che negli ultimi anni l’abitudine era quella di spostare il grosso del tesseramento verso la fine dell’anno, penso ci siano tutte le condizioni per raggiungere e superare l’obiettivo del 100%. D’altra parte, avendo subito nel 2009 una scissione pesante e strisciante, dobbiamo proporci, questa è la proposta che avanziamo, di aumentare del 10% rispetto lo scorso anno il numero degli iscritti e delle iscritte. Insomma possiamo realisticamente proporci di superare i 50.000 aderenti.
Vorremmo anche avanzare un’altra proposta. Chiudere effettivamente la raccolta dati del 2010 entro il 31 dicembre. Si tratterebbe di tornare, seppure gradualmente, a quella che è sempre stata la modalità di adesione al partito: anticipare la distribuzione delle nuove tessere nei mesi di novembre e dicembre dell’anno precedente. Se lavoriamo bene già quest’anno possiamo avvicinarci all’obiettivo.
E’ tempo di congressi. Entro la fine dell’anno si terrà quello costitutivo della Federazione della Sinistra; e l’anno prossimo, a scadenza naturale, si terrà quello di Rifondazione Comunista. Lo diciamo subito per sgombrare il terreno da possibili equivoci. Sappiamo tutti che anche il nostro partito, seppure in forma circoscritta, negli ultimi congressi non è stato esente da episodi di vero e proprio malcostume. Aumento degli iscritti, circoli territoriali che avevano più iscritti che voti, quote tessere non riscosse. Questa situazione non si ripeterà. Il dipartimento organizzazione validerà il tesseramento congressuale solo a fronte di tagliandini consegnati e regolarmente pagati.
In un quadro generale di difficoltà per tutte le forze della sinistra di alternativa, tuttavia, i prossimi mesi sono densi di opportunità. Il governo Berlusconi-Bossi, dopo la spaccatura con Fini, è entrato in una crisi profonda. Riteniamo sarebbe un grave errore se le forze della sinistra e del centro sinistra anziché unirsi e chiedere le elezioni si avventurassero in soluzioni pasticciate. La ventilata proposta Tremonti spaccherebbe il fronte di centro sinistra e non sarebbe accettata da Berlusconi: è una ennesima prova di subalternità del Pd che va respinta. Al contrario dobbiamo incalzare tutte le forze democratiche affinché si crei una coalizione per sconfiggere il governo delle destre. Per raggiungere questo obiettivo il nostro partito, di concerto con le forze della Federazione della Sinistra, deve mettere in campo una forte iniziativa su tutti i territori costruendo iniziative unitarie.
Abbiamo dato un contributo importante alla raccolta delle firme per l’acqua. Ora si tratta di vincere il referendum. Costruiamo da subito, ovunque, i Comitati per il sì. Infine la mobilitazione della Fiom del 16 ottobre. Non è una manifestazione qualsiasi. La vicenda di Pomigliano, l’attacco sferrato al contratto nazionale e allo Statuto dei diritti dei lavoratori ci dicono che si vuole riportare il mondo del lavoro indietro di 50 anni. Contro tutto questo va organizzato un “autunno caldo”.  La manifestazione del 16 ottobre deve essere straordinariamente partecipata.  Perché sia così già da settembre va preparata, città per città, paese per paese, in modo unitario con tutte le forze disponibili.
In queste lotte, per cacciare Berlusconi, per la difesa dei beni comuni e al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici in lotta può tornare a crescere il nostro partito e si può rilanciare Liberazione. Le due cose vanno avanti di pari passo. Lavoriamoci. Con passione e con tenacia: sono obiettivi alla nostra portata.

TABELLA TESSERAMENTO