CIRCOLO " MUZZANA - CIOVETTA" Via Nikolajevka 5  Milano   

 

 Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà debba conformarsi.

Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.     Karl Marx 

Istruitevi, perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza; organizzatevi, perché abbiamo bisogno di tutta la vostra forza.
Quello che accade, non accade perché una minoranza vuole che accada quanto piuttosto perché la gran parte dei cittadini ha rinunciato alle sue responsabilità e ha lasciato che le cose accadessero.     
Antonio Gramsci

 


IN PRIMO PIANO



Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Segretario nazionale

              http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=50226

     Cara/o Compagno/a,

ti scrivo per richiamare la tua attenzione sulla situazione in cui è venuto a trovarsi il nostro partito a seguito di una palese ingiustizia.

Siamo stati esclusi dalla possibilità di accedere alle risorse del 2x1000 che finora ci avevano visto come uno dei partiti più premiati dalle scelte dei contribuenti, nonostante l’oscuramento mediatico che subiamo da anni e leggi elettorali incostituzionali che hanno penalizzato le voci fuori dal bipolarismo.

La legge che regola il finanziamento pubblico è una legge ingiusta che esclude i partiti non presenti in parlamento, cosa che non accade in altri paesi come la Germania. Negli anni scorsi eravamo riusciti a ottenere comunque l’accesso grazie alla norma che prevede che sia garantito anche ai partiti che possono contare almeno su una componente nel gruppo misto di una delle due camere. La nostra esclusione è dovuta alla determinazione della Giunta per il Regolamento del Senato, prima, e poi del Presidente della Camera, di restringere arbitrariamente il riconoscimento di nuove componenti parlamentari.

Il riconoscimento della nostra Componente “Manifesta”, purtroppo, è arrivato solo quando era troppo tardi per essere ammessi.

Questa grave discriminazione antidemocratica rende drammatica la nostra situazione economica costituendo il 2x1000 la nostra principale entrata insieme a quelle derivanti dal lavoro militante e dal tesseramento.

Siamo un partito povero, da un punto di vista economico, ma non ci siamo mai arresi e non intendiamo farlo.

Per fronteggiare questa emergenza abbiamo lanciato una sottoscrizione straordinaria. Per questo ci rivolgiamo anche a te per un contributo, secondo le tue possibilità.

Abbiamo bisogno del sostegno di chi condivide le nostre lotte e anche di chi non la pensa come noi, ma ritiene che l’esistenza di un partito che non si rassegna all’esistente e che continua ad andare “in direzione ostinata e contraria” sia una risorsa per la democrazia nel nostro paese.

In tutti questi anni abbiamo continuato a portare il contributo di comuniste/i alla ricostruzione, nel nostro Paese, di una sinistra che sia effettivamente tale per valori, programmi, comportamenti.

Continuiamo a lottare per la pace, i diritti, l’ambiente, per l’attuazione della Costituzione, contro le politiche neoliberiste portate avanti dai governi di centrodestra e centrosinistra, contro ogni forma di discriminazione e fascismo. Siamo stati e siamo in tutte le lotte e nei movimenti. Siamo presenti con le nostre sedi in tutto il territorio nazionale praticando una politica pulita, la solidarietà attiva e il mutualismo, dando spazio a tante realtà che altrimenti non lo avrebbero.

Continuiamo a lavorare per la convergenza dei movimenti, per una soggettività unitaria che raccolga le/i “perseveranti” e le nuove generazioni di attiviste/i, per la connessione tra i diversi soggetti del conflitto e delle culture critiche.

Lavoriamo per costruire dall’opposizione uno schieramento dell’alternativa nel nostro Paese, non rassegnandoci alla marginalizzazione della sinistra autentica.

Ti chiediamo un aiuto per poter continuare la nostra lotta. 

Ti ringrazio per l’attenzione e ti invio fraterni saluti

Maurizio Acerbo

Segretario Nazionale P.R.C. – S.E.

                                                                         

COME SOTTOSCRIVERE
· tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN:
IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.

· collegandoti al sito www.rifondazione.it e seguendo le istruzioni
· con cellulare tramite l’app Rifondazione (scaricabile da Google Play o da App Store)

· attivando un RID 
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  Ricordiamo che le sottoscrizioni eseguite con la causale “erogazione liberale a favore di partito
politico” potranno essere detratte con la dichiarazione dei redditi del prossimo anno.


Ciao Antonio



Conclusosi Domenica 19 settembre 2021 l’XI Congresso della Federazione Provinciale di Milano del PRC.
Il Comitato Politico Federale di Milano riunito oggi 22 settembre 2021 ha eletto all’unanimità il Segretario e la segreteria.
Ecco il nuovo gruppo dirigente:
Matteo Prencipe, Segretario Provinciale
Nadia Rosa, Lavoro
Antonella Barranca, antifascismo e comunicazione, rapporti coi media
Anna Camposampiero, relazioni internazionali, rapporti coi movimenti e diritti migranti
Mara Ghidorzi, politiche di genere e giovanili
Fulvio Beretta, organizzazione e tesseramento
Osvaldo Colombo, enti locali
Dario Ballardini, tesoriere
Gianni Occhi, presidente del Comitato Politico Federale


Documento approvato dalla Direzione nazionale del PRC.SE del 16.12.2018

 

Per una coalizione popolare

Il movimento in Francia dei Gilet gialli contro Macron come le proteste in Ungheria contro la “legge sulla schiavitù” di Orban evidenziano che una medesima propensione neoliberista accomuna governi “europeisti” e “sovranisti”. L’atteggiamento dei governi che Salvini indica come alleati a sostegno della Commissione Europea contro la timida manovra del governo italiano conferma che l’impianto di fondo delle politiche economiche di queste forze non è differente quanto appare nella propaganda che le destre usano per legittimarsi come “populiste” e antiestablishment. La tragicomica contrapposizione tra i proclami guerreschi di Salvini e Di Maio e la Commissione Europea si è tradotta con una retromarcia e un sempre più evidente atteggiamento dei partiti del governo gialloverde a rassicurare sia l’UE che la borghesia dei prenditori italiani.
Confermiamo il nostro rifiuto dei diktat della Commissione e dei parametri fissati nei trattati e nel fiscal compact e riteniamo gravissimo che l’opposizione parlamentare sia riuscita a fare peggio del governo in questa vicenda schierandosi a sostegno delle richieste di Junker e Moscovici.

La nostra critica della manovra è di segno opposto a quella che hanno ossessivamente ripetuto media, Confindustria, PD e centrodestra. Questa è una manovra che come con i precedenti governi prevede anche per il triennio 2018-2020 un avanzo primario e investimenti assolutamente insufficienti. Ribadiamo che il rispetto dei folli vincoli di bilancio europei contrasta con gli obiettivi che la Costituzione assegnava alla Repubblica prima di essere manomessa con l’introduzione del pareggio durante il governo Monti. Ma questo quadro di crescente impoverimento, elevata disoccupazione, crisi dello stato sociale, declino del paese viene aggravato dalla scelta di questo governo di continuare – come i precedenti – a non perseguire una politica fiscale progressiva come imporrebbe il dettato costituzionale e a non introdurre la patrimoniale. E il governo sta dimostrando anche sul piano del taglio alle spese militari e del no alle grandi opere che il “cambiamento” annunciato si rivela sempre più inconsistente. La miseria politica e morale dei “sovranisti” gialloverdi si è evidenziata con la mancata firma del Global Compact e con il voto a favore del Jepta, il trattato di libero scambio col Giappone nel parlamento europeo. Perseguitare gli immigrati è più facile che dire no agli interessi capitalistici.

Purtroppo se i partiti di centrodestra e centrosinistra che hanno occupato in posizione egemone lo spazio del governo negli ultimi 25 anni sono in crisi perché responsabili in tutta Europa – e soprattutto nei paesi del sud del continente – delle politiche che hanno impoverito le classi popolari e precarizzato il lavoro e l’esistenza, la crescita della Lega e di altre forze di destra razzista dimostra che la logica degli immigrati come capro espiatorio funziona in termini di costruzione del consenso soprattutto se basta poco per accreditarsi come difensori degli interessi popolari. Il governo non abolisce la legge Fornero, come promesso in anni di campagna elettorale, ma i risicati “quota 100” e “reddito di cittadinanza” non per tutte/i diventano bandiere da sventolare rispetto a un’opposizione classista e antipopolare che parla con la lingua di Confindustria. Dai temi economici alla tav abbiano visto saldarsi un’opposizione di sistema che vede insieme i partiti neoliberisti, la stampa, il mondo delle imprese e che a Torino si è ritrovata in piazza insieme alla Lega.

L’unica opposizione effettivamente alternativa rispetto a questo governo e soprattutto alle politiche della Lega di Salvini è quella che si è espressa nelle mobilitazioni e nei movimenti contro il razzismo e il decreto “sicurezza”, solidale con i migranti e con chi si impegna nell’accoglienza e nel soccorso, delle donne contro il ddl Pillon, dei territori contro le grandi opere dal Tap alla Tav. Da Riace a Lodi, dalla grande manifestazione antirazzista del 10 novembre allo straordinario corteo di “Non una di meno” alla manifestazione no tav dell’8 dicembre in questo autunno una parte del paese ha dimostrato di non accettare l’offensiva di destra di cui Salvini è protagonista con la complicità del M5S. E’ per lo sviluppo, l’autonomia e l’allargamento di questa resistenza che dobbiamo lavorare.

Il partito nei prossimi mesi dovrà proseguire l’ impegno sul terreno sociale con campagne su pensioni, lavoro, sanità, diritti, scuola evidenziando come non sia l’immigrazione ma lo strapotere del capitale e politiche a favore dei più ricchi che hanno prodotto l’impoverimento di sempre più larghe fasce della popolazione, l’elevata disoccupazione, la precarizzazione del lavoro. L’esempio francese dimostra che solo la ripresa del conflitto sociale costituisce un’alternativa al rancore indirizzato verso i più deboli e i più poveri.

In questi mesi il nostro partito ha dato il suo contributo e siamo stati in prima fila anche nella mobilitazione contro il risorgere del neofascismo, come testimonia l’approvazione da parte del parlamento europeo della risoluzione presentata dalla nostra compagna Eleonora Forenza. Ma non riteniamo praticabile alcuna logica di riproposizione del vecchio centrosinistra in chiave anti-Salvini e antiM5S, soprattutto se viene proposta da un PD che ha cinicamente consegnato le chiavi del governo alla Lega.

Se l’affermarsi in forme diverse di una destra sempre più fascistoide in tutto il mondo (Trump, Salvini, Orbán, Le Pen o Bolsonaro) è effetto della crisi prodotta dalle politiche neoliberiste dobbiamo lavorare per un’alternativa chiara rispetto a quelle politiche. E per questo si conferma la necessità di una collocazione in alternativa al PD e a quel che rimane di un centrosinistra che rimane anche dopo dimissioni di Renzi incapace di rimettersi in discussione sul piano programmatico e privo di personalità che incarnino una credibile rottura col passato.

In vista delle elezioni europee e del prossimo turno di elezioni amministrative e regionali proponiamo la costruzione in Italia di uno schieramento di sinistra e popolare alternativo a tutti i poli esistenti.

Da mesi ci confrontiamo con altre componenti della sinistra politica e sociale anticapitalista, antiliberista, ambientalista, civica indicando la necessità di creare una polo popolare, aperto e unitario ma netto sul piano programmatico e del profilo politico di rottura che veda unite le soggettività politiche, sociali e civiche che si battono per l’attuazione della Costituzione, che in questi anni hanno resistito e difeso diritti e beni comuni e che lavorano per costruire un’alternativa a questo governo e a un’opposizione delegittimata anche in vista di eventuali elezioni politiche anticipate.

L’appello lanciato da Luigi De Magistris e l’assemblea di Roma del 1 dicembre vanno nella direzione che auspicavamo da tempo senza nasconderci che vi sono elementi di cultura politica e di storia che ci differenziano ma anche un comune impegno che ci ha visto condividere non solo fin dall’inizio l’esperienza napoletana ma anche collocati sulle stesse posizioni nelle vicende degli ultimi anni.

Continuiamo quindi a lavorare per un coalizione sociale e politica che ci veda uniti sul terreno elettorale con Dema, Sinistra Italiana, Diem, L’Altra Europa, “Potere al popolo”, Pci, Cobas, Sinistra Anticapitalista, Partito del Sud, le tante liste civiche di sinistra e tutte le realtà politiche, sociali, culturali e sindacali che sentono l’urgenza di costruire un’alternativa sul piano europeo ed anche nazionale. La forza della proposta dipenderà dalla capacità di coinvolgere la parte del paese che in questi mesi è andata mobilitandosi e un diffuso tessuto di attivismo, se diventa un movimento popolare e non una mera sommatoria di sigle. Una lista unitaria non può che essere collocata sul piano europeo in alternativa tanto a nazionalisti e razzisti quanto ai trattati UE e alla governance neoliberista. Anche per queste ragioni riteniamo necessaria la collocazione del nostro progetto nel GUE/NGL, in alternativa a Partito Socialista Europeo e SD che sono stati pilastri della grande coalizione e dell’austerità.

Non partiamo dall’anno zero: il lavoro svolto dal GUE e dalla nostra parlamentare in questa legislatura – dentro e fuori il Parlamento Europeo – sono a disposizione del nostro progetto, bene comune da valorizzare e a cui dare continuità nella costruzione della lista a partire dalla ricandidatura della compagna Eleonora Forenza.

Lavoriamo dunque in Europa e in Italia alla massima confluenza politica e programmatica fra le forze politiche e sociali che si riferiscono al GUE/NGL (Sinistra Europea, dichiarazione di Lisbona, partiti comunisti) e anche verso nuovi progetti antiliberisti che possono ritrovarsi in quello spazio politico come Diem25.

Non pratichiamo il settarismo e riteniamo l’unità – nelle lotte come nel momento elettorale – un dovere. Ma diventa efficace solo se si sostanzia in un progetto politico coerente, comprensibile, credibile che tenti di porsi in connessione con milioni di persone. Svilupperemo ogni possibile iniziativa nei confronti ditutte le soggettività antiliberiste e anticapitaliste coinvolgibili per determinare la più ampia e collegiale partecipazione alla proposta di coalizione popolare.

La Direzione nazionale dà mandato alla segreteria di proseguire nelle prossime settimane, in stretto rapporto con l’insieme del partito, nel lavoro di confronto con la proposta lanciata da De Magistris. Occorre definire in tempi brevi il piano programmatico, le regole condivise, il profilo politico, il simbolo, la collocazione alternativa ai “socialisti europei”, l’accesso autonomo del PRC al 2×1000, per agire concretamente i primi passi della proposta in vista delle elezioni europee.




Sinistra per la Lombardia

                                                   Massimo Gatti presidente

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Intervento conclusivo del segretario Maurizio Acerbo alla festa nazionale di Firenze


Dal 14 al 17 settembre a Milano la Festa Popolare di Rifondazione Comunista 

100 ANNI DI RIVOLUZIONE E RIVOLUZIONI

Parco delle Cascine di Chiesa Rossa Via San Domenico Savio 3 

Il programma a breve!


Mentre in Piazzale Loreto si commemoravano la Resistenza e l’antifascismo veniva sgomberato per la terza volta in tre anni lo spazio sociale Soy Mendel a Baggio, in via fratelli Zoia. 
Dopo i rastrellamenti a giorni alterni alla stazione Centrale e lo sgombero di LuMe un'altra prova di forza contro chi lavora dal basso per un modello di società solidale e che si oppone alle logiche speculative della "città vetrina". 
Non bastano belle parole che ricordano la Resistenza se nella pratica si agisce contro spazi sociali e di aggregazione mentre si lasciano impuniti fascisti di ogni risma.
La Milano al tempo di Minniti non ci piace. Il Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Milano esprime condanna e sconcerto per la deriva legalitaria a senso unico che sta prendendo piede in città, e non solo.
Siamo solidali con le compagne e i compagni di Soy Mendel da oggi in presidio al campetto da basket in via fratelli Zoia 210.


25 APRILE 2017

la giunta del Municipio 7 nega la lotta di liberazione partigiana

A fine marzo la giunta delibera di dare corso alla celebrazione ufficiale della Liberazione con un iniziativa in proprio al cimitero di guerra inglese per rendere omaggio: ” al sacrificio di questi giovani soldati che hanno dato la vita per la nostra libertà”. Deposizione di una corona, la presenza di una banda musicale, contributo 1000 euro.

Alla giunta del Municipio 7 non risultano i giovani partigiani del CVL che hanno dato la vita per la nostra libertà, dopo vent’anni di regime fascista, la privazione di ogni diritto politico/sociale, la sciagurata decisione di una guerra e la distruzione del paese.

La decisione denoterebbe totale ignoranza della storia patria o al contrario una infantile presuntuosa provocazione. Ignorata la proposta, negata la sala consiliare ed il modesto contributo all’ANPI che dalla nascita della repubblica promuove le celebrazioni ufficiali. 

Anche se successivamente il presidente del Municipio 7, sottoposto a pressioni abbia deciso di concedere patrocinio e sala del consiglio, il fatto rimane estremamente grave.

E’ un paradosso sconcertante che i rappresentanti delle istituzioni nate dalla lotta di liberazione agiscano per disconoscere il ruolo dei resistenti, in particolare a Milano, simbolo e medaglia d’oro.

Se nostri rappresentanti fossero stati eletti  nel consiglio di Municipio, avremmo già chiesto le dimissioni del presidente. Invitiamo i gruppi consiliari che riconoscono l’antifascismo quale valore fondante delle istituzioni repubblicane ad agire in tal senso in nome di tutti i cittadini democratici.

Quanto accade ci dice che la resistenza non è finita il 25 aprile del 45 perché nessuna conquista è per sempre; le  celebrazioni sono importanti per mantenere vivo il ricordo ma l’antifascismo deve essere un impegno quotidiano, il vaccino indispensabile per impedire il ritorno di fantasmi del passato. 

 

I circoli Prc del Municipio 7


BAGGIO DEVE SAPERE 8

La Piazza d’Armi

 

Il cemento incombe, il 31 maggio il corriere della sera pubblica “La nuova piazza è pronta, si preme sull’ acceleratore per non incorrere nelle modifiche del Pgt il cui aggiornamento è previsto nel prossimo autunno. Il progetto di Leopoldo Freyrie per conto di INVIMIT immobiliare del Ministero del Tesoro svela un –Eco- quartiere da 4000 alloggi”. Che piaccia o non piaccia quest’atto ha ottenuto l’effetto di cristallizzare le volumetrie che sono pari a quelle del quartiere di Citylife.

Le richieste di modifica del PGT per ridurre la quantità di cemento rischiano di compromettere gli affari dei costruttori. Siamo alle solite, appena si intravede la possibilità di fare soldi con il cemento tutti i buoni propositi ambientali, i bei discorsi in campagna elettorale, la responsabilità di un futuro compatibile passano in secondo piano. Vi sono progetti di riutilizzo compatibile dell’area che non vengono considerati, al contrario si studiano espedienti per impedire ai cittadini, veri proprietari del territorio di impedire un ulteriore inutile costruzione di case.

 

ABBIAMO presentato osservazioni di modifica al PGT per far si che la destinazione d’uso sia esclusivamente a verde, 

SOSTENIAMO il qualificato progetto delle “Giardiniere” che fa sintesi di altri presentati,  su richiesta, dal passato Consiglio di Zona

E’ POSSIBILE impedire un’altra operazione immobiliare utile principalmente ai costruttori e ai loro sponsor politici?

E’ ACCADUTO  nel 2015 quando la grande mobilitazione dei cittadini (NO CANAL) ha impedito lo scavo del canale per EXPO che avrebbe devastato il parco delle cave. Si è poi scoperta la corruzione dell’impresa appaltatrice.

NON PERDIAMO l’occasione di fermare ulteriore consumo di suolo e invertire la tendenza a cementificare il territorio

CHIEDIAMO che siano i cittadini,  i veri proprietari , a DECIDERE  le sorti di un’area verde così importante

 

FERMIAMO L’INVASIONE DEL CEMENTO TUTELIAMO IL TERRITORIO

 

    circoli del PRC  Municipio 7


MILANO IN COMUNE MUN 7


 

Si parte! “L’altra Europa con Tsipras”, presentati liste e simbolo

Un cerchio rosso con al centro una scritta bianca, in stampatello: “L’altra Europa con Tsipras“. È questo il simbolo scelto dalla lista che alle elezioni europee di maggio sosterrà il leader del partito greco Syriza, Alexis Tsipras. Nel corso di una conferenza stampa (foto) presso l’Associazione Stampa Romana sono stati svelati i nomi della lista.


Elezioni Europee 2014 | Sondaggi: Avanza ancora la Sinistra di Tsipras. Giù i socialisti

Elezioni Europee 2014 | Sondaggi: Avanza ancora la Sinistra di Tsipras. Giù i socialisti

di – polisblog.it – Elezioni Europee 2014. Gue, lo schieramento di sinistra guidato da Alexis Tsipras, potrebbe essere la vera sorpresa delle prossime consultazioni del 22-25 maggio. Secondo l’ultimo sondaggio effettuato da PollWatch 2014, la sinistra radicale otterrebbe, se si votasse oggi, ben 67 seggi (22 in più rispetto alla legislatura in corso). Dunque, si deve registrare un significativo balzo in avanti rispetto all’ultima rilevazione di marzo. In quell’occasione, Gue si attestava a quota 56 seggi.

Il merito dell’incremento dei consensi va certamente assegnato all’abilità del leader greco di Syriza, che ha saputo riunire intorno ai suoi 10 punti programmatici gran parte della sinistra continentale. Inoltre, ad influire positivamente sul gradimento dello schieramento europeista e anti austerity sono stati l’Italia e il Portogallo. A sottolinearlo è proprio Pollwatch, che attribuisce a L’Altra Europa con Tsipras e a Bloco de Esquerda un apporto importante nell’incremento delle intenzioni di voto.

Il Pse, guidato da Martin Schulz, rimane in testa, ma subisce una flessione. A Marzo era quotato a 221 seggi, oggi ne otterrebbe solo 209. Ci si aspettava sicuramente qualcosa in più, soprattutto alla luce del recente Congresso del Pse di Roma. Forse, ad incidere negativamente è il contenuto appeal della formula socialdemocratica tra gli elettori del sud Europa.

Il Ppe, che sta celebrando in queste ore il congresso a Dublino, rimane stabile rispetto al mese scorso: si riconferma a 202 seggi. C’è poco da rallegrarsi per i popolari, nell’ultima legislatura vantavano 265 seggi. Un pezzo del loro elettorato si è presumibilmente spostato a destra o è orientato al non-voto. Avendo avuto una larga maggioranza nella scorsa legislatura, sono percepiti (a torto o a ragione) come i principali responsabili della crisi che ha investito l’Unione. Tuttavia, bisogna rilevare che entro domani nomineranno un candidato alla presidenza della Commissione. Una personalità forte e credibile potrebbe avere un effetto positivo su un eventuale ripresa nei consensi.

Alde, l’alleanza dei liberal democratici, registra un ulteriore regresso. Il mese scorso si attestava a 64 seggi, mentre oggi viene data a 61. Ricordiamo che lo schieramento, guidato da Guy Verhofstadt, gode attualmente di 84 seggi a Strasburgo. Anche I Verdi di José Bové e Ska Keller rimangono stabili rispetto al mese scorso: 44 seggi (11 in meno rispetto alla legislatura attuale).

Infine segnaliamo i conservatori a 45 seggi, gli euroscettici di Efd a 31 e i non iscritti a 92.


Europa, Ferrero: Il governo invece che scodinzolare davanti alla Commissione respinga al mittente le loro richieste

Europa, Ferrero: Il governo invece che scodinzolare davanti alla Commissione respinga al mittente le loro richieste

di Paolo Ferrero – Il governo italiano invece che scodinzolare davanti alla Commissione Europea deve mandarli a quel paese in quanto sono proprio le misure di austerità che hanno aggravato la crisi e prodotto enormi squilibri. Al contrario di quanto sostengono la Commissione Europea e il Ministero del Tesoro il problema non sono la produttività e i costi del lavoro ma la cattiva distribuzione del reddito, che è all’origine del crollo dei consumi interni in Italia. Per questo servono subito la patrimoniale e un piano pubblico per creare lavoro.


     

   

Legge elettorale, Ferrero: Italicum sempre più uguale a porcellum peggiorato. Non è il nuovo che avanza ma un nuovo inciucio tra Renzi e Berlusconi

Legge elettorale, Ferrero: Italicum sempre più uguale a porcellum peggiorato. Non è il nuovo che avanza ma un nuovo inciucio tra Renzi e Berlusconi

di Paolo Ferrero – «La legge elettorale proposta dal duo Renzi-Berlusconi è sempre più uguale ad un porcellum peggiorato. Enorme premio di maggioranza, distruzione del pluralismo politico con soglie di sbarramento altissime, assenza delle preferenze, assenza della parità tra i generi, enorme possibilità di candidature plurime. Questo non è il nuovo che avanza ma un nuovo inciucio: un vestito tagliato su misura per il duo Renzi-Berlusconi che vogliono trasformare la Repubblica italiana in un torneo a due senza retrocessione, in modo da governare a turno, facendo finta di farsi la guerra per fare le stesse politiche antipopolari, chiunque vinca le elezioni».


Paolo Ferrero a Cambiare si può! 22 dicembre 2012

Landini: l’idea di sanzionare i delegati è folle

 

Landini: l’idea di sanzionare i delegati è folle

di Gianmario Leone – il manifesto

«Anche solo l’idea di san­zio­nare i dele­gati la trovo folle per qual­siasi sin­da­cato». Non usa giri di parole Mau­ri­zio Lan­dini, che ieri a Taranto è tor­nato a com­men­tare l’intesa siglata il 10 gen­naio dalle orga­niz­za­zioni sin­da­cali e da Con­fin­du­stria. Il segre­ta­rio gene­rale della Fiom ha riper­corso le tappe e i per­ché della pole­mica con la lea­der Cgil Susanna Camusso, che aveva chie­sto al Col­le­gio sta­tu­ta­rio di valu­tare il com­por­ta­mento del segre­ta­rio per le cri­ti­che espresse in merito all’accordo sulla rap­pre­sen­tanza. «I dele­gati — ha detto Lan­dini, che ha chiuso il con­gresso ter­ri­to­riale della Fiom sul tema della Soste­ni­bi­lità — sono un punto di rife­ri­mento, ven­gono eletti dai lavo­ra­tori. Pen­sare che pos­sano essere san­zio­nati dalle imprese col con­senso del sin­da­cato è un’azione che un sin­da­ca­li­sta intel­li­gente non potrà mai fare».

L’intero inter­vento di Lan­dini si basa sul porre domande e dubbi sul ruolo attuale del sin­da­cato in Ita­lia: sugli errori com­messi («non abbiamo saputo impe­dire l’attacco ai diritti») e sulla distanza che si è creata con i lavo­ra­tori («pen­sare di affron­tare i pro­blemi per 50 minuti ogni 4 anni mi sem­bra un qual­cosa che ci deve far riflet­tere»). E cer­ta­mente l’accordo del 10 gen­naio non va nella dire­zione del cam­bia­mento invo­cato. La que­stione per Lan­dini è sia di metodo che di merito: «Quando abbiamo espresso le nostre riserve ci è stato detto che era già tutto chiuso. Noi chie­de­vamo di far votare i lavo­ra­tori e ora anche la Cgil sta cam­biando idea»: la forma «con cui si pre­pa­rano le con­sul­ta­zioni deve essere demo­cra­tica. Ai lavo­ra­tori devi dire per­ché voti sì o no, non se sei per un segre­ta­rio o per un altro. Devono cono­scere il testo, le posi­zioni e avere la pos­si­bi­lità di espri­mersi». Mag­giore par­te­ci­pa­zione dei lavo­ra­tori alle scelte del sin­da­cato, dun­que, per­ché solo i lavo­ra­tori hanno il potere di far esi­stere il sin­da­cato. E la nuova stra­te­gia sin­da­cale deve essere per­se­guita bat­tendo que­sta strada. Al comi­tato cen­trale della Fiom, ha detto ancora Lan­dini, «abbiamo deciso di chie­dere a tutti i metal­mec­ca­nici, iscritti alla Fiom e non, di espri­mersi su quell’accordo che noi con­si­de­riamo sba­gliato: se la mag­gio­ranza con­fer­merà la nostra tesi, il nostro impe­gno sarà quello di fare in modo di appli­care le cose buone dell’accordo e di modi­fi­care ciò che non va».

Lan­dini si è poi ine­vi­ta­bil­mente sof­fer­mato sull’infinita vicenda dell’Ilva: l’unico futuro pos­si­bile arri­verà solo «a fronte di un cam­bio di pro­prietà. Molte cose che dove­vano essere fatte, come gli inter­venti dell’Aia, non lo sono ancora e que­sto ritardo non si può tol­le­rare», e «se non ci poniamo nem­meno l’interrogativo di cosa dovrà essere que­sta fab­brica da qui a qual­che anno, è ancor più grave». La scom­messa è pro­durre acciaio «senza ammaz­zare nes­sun lavo­ra­tore e tan­to­meno inqui­nando fuori». Si può anche «ipo­tiz­zare una fase di con­trollo pub­blico, ma sin d’ora si deve ragio­nare sui futuri assetti societari».



Dal 7 gennaio 2013 torna Liberazione

Dal 7 di gennaio 2013 torna Liberazione, giornale comunista. Non in edicola e non di carta (i costi sono al momento insostenibili), ma torna: on line, con cadenza quotidiana, dal Lunedì al Venerdì. Il giornale potrà essere acquistato con abbonamento annuale al prezzo di 50 euro, oppure quotidianamente, a 0,30 centesimi. Lo si potrà scaricare, a cura delle Federazioni, dei circoli e di quanti vorranno impegnarsi nella diffusione militante. L'impresa, economica e non solo, di rimettere in piedi un pezzo di stampa comunista, sia pure di dimensioni ridotte, in questo mondo capovolto e reso orbo dal pensiero unico è un cimento irrinunciabile.

Riusciremo a mandarlo in porto, e a durare, se tutti e tutte vi concorreremo, con impegno, generosamente, ancora una volta. Riapriamo dunque, immediatamente, la campagna abbonamenti per il 2013.

La qualità della risposta che verrà dai lettori, da quelli che non ci hanno mai abbandonato e dai nuovi che dobbiamo conquistare, dalle strutture di partito che in quest'anno di forzata assenza hanno sperato in una ripresa delle pubblicazioni, deciderà del nostro futuro.

Le prove che abbiamo di fronte sono tali da imporci di dare fondo ad ogni sforzo per rendere visibile ciò che la quasi totalità  dei media ha deliberatamente oscurato: le lotte sociali, l'esistenza di un pensiero critico, non addomesticato, e di una proposta politica radicalmente alternativa al liberismo montiano e dei suoi corifei.

Possiamo e dobbiamo vincere questa sfida.

 

Il direttore 
Dino Greco        

Il Segretario
Paolo Ferrero


La crisi e la sinistra

marxpop

di Alberto Burgio

Si ha più che mai, di questi tempi, l'impressione che avesse ragione Antonio Gramsci nell'indicare nella «concezione fatalistica e meccanica della storia» un preciso sintomo di scarsa autonomia intellettuale. Oggi, di fronte alla drammaticità della crisi e alle preoccupazioni che essa genera, la «pigrizia fatalistica» (sempre Gramsci) domina. Prevale la tendenza a credere che quanto accade sia effetto di forze superiori e incoercibili, il verdetto di un destino avverso.



In ricordo di Peppino Impastato, il rivoluzionario

 

impastato

di Vincenzo Fatigati
5 gennaio 1948 - 9 Maggio 1978, Cinisi (PA).
"Appartiene al tuo sorriso
l'ansia dell'uomo che muore,
al suo sguardo confuso
chiede un po' d'attenzione,
alle sue labbra di rosso corallo
un ingenuo abbandono,
vuol sentire sul petto
il suo respiro affannoso:
è un uomo che muore".
P. Impastato


"Bisogna restaurare l’odio di classe. Perché loro ci odiano, dobbiamo ricambiare. “Loro” sono i capitalisti, “noi” siamo i proletari del mondo d’oggi: non più gli operai di Marx o i contadini di Mao, ma «tutti coloro che lavorano per un capitalista, chi in qualche modo sta dove c’è un capitalista che sfrutta il suo lavoro.

A me sta a cuore un punto. Vedo che oggi si rinuncia a parlare di proletariato. Credo invece che non c’è nulla da vergognarsi a riproporre la questione. E’ il segreto di pulcinella: il proletariato esiste. E’ un male che la coscienza di classe sia lasciata alla destra mentre la sinistra via via si sproletarizza.

Bisogna invece restaurare l’odio di classe, perché loro ci odiano e noi dobbiamo ricambiare. Loro fanno la lotta di classe, perché chi lavora non deve farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è la più deprezzata e svenduta in assoluto? Recuperare la coscienza di una classe del proletariato di oggi, è essenziale.

E’ importante riaffermare l’esistenza del proletariato. Oggi i proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i pensionati. Poi c’è il sottoproletariato, che ha problemi di sopravvivenza e al quale la destra propone con successo un libro dei sogni".
 
edoardo sanguineti
poeta genovese

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grsdi Giovanni Russo Spena

Il ricambio, anche anagrafico, di un gruppo dirigente di un partito di sinistra è impresa ardua; da affrontare con paziente e saggia sobrietà; anche con rotture, se necessario. Ma tutto ciò che tocca Matteo Renzi diventa fatua arroganza; sotto il vestito niente, se non un pasticciato disegno ultraliberista e anche reazionario; lotta di classe, ma dal punto di vista del padrone, in una fase di crisi organica del capitale. Alla ricerca indispensabile oggi per ricostruire una soggettività organizzata popolare Renzi sostituisce disordinati spezzoni tematici del "partito borghese". E' il ragazzo di bottega di Marchionne e di Montezemolo. E' anche lui frutto, purtroppo, di una sinistra che non c'è più. E' la punta estrema dell'esaltazione tecnologica mediatica della comunicazione del nulla; ma funzionale ad una duplice pericolosa operazione.

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EXPO e accordo di programma: la sinistra coerente ha detto no

 

La Sinistra per Pisapia, la Federazione della Sinistra, ha votato no all'accordo di programma per l'Expo. Un voto trasparente, coerente con la volontà di cambiamento espresso dagli elettori, onesto nei confronti della coalizione e del sindaco Pisapia. Un voto solitario, ma che ha riscontrato i tanti consensi a "bocca cucita" e sofferenze, anche nelle dichiarazioni di voto di molti consiglieri di maggioranza e siamo convinti anche del sindaco. Un voto in linea con la necessità di cambiare anche modo di fare politica della sinistra unendo le promesse ai fatti.

Basilio Rizzo e Anita Sonego a nome della Sinistra per Pisapia e Federazione della Sinistra, hanno così sinstetizzato il nostro voto: "Non è un provvedimento nello spirito del vento che cambia, ma figlio insopportabile della bonaccia della continuità è sbagliato e non si può cambiare idea. Vi affidiamo la nostra indignazione come promemoria e confidiamo che ne farete buon uso. Oggi non votiamo solo l’Accordo ma legalizziamo una stangata che porterà da 21 a oltre 100 milion il valore dei terreni di proprietà della Fondazione Fiera e dei Cabassi.» Un voto convinto e un sì invece, alla mozione unitaria di tutta la coalizione, per una nuova ripartenza, con attenzione alle volumetrie e alle aree verdi. Si poteva fare di più e si doveva fare di più. Il vento che cambia non si è rafforzato dal voto di ieri in consiglio comunale, ma siamo certi che ora si deve fare il possibile e l'impossibile per migliorare l'Expo.






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